Dal libro "Coeclerici, una storia di affari e di sogni" scritto da Pier Paolo Preti, editore 24 ore Cultura, 2021

Questo estratto delle prime pagine del libro, racconta uno dei tre protagonisti della nascita del gruppo Coeclerici. E' un evento casuale quello che ha fatto incontrare tre persone, diverse per ambizioni, caratteri e capacità professionali, che messi insieme hanno deciso di iniziare una attività imprenditoriale. Nacque tutto a Genova, ad iniziare dal 1895, dove in quei tempi la vita ruotava intorno alle navi ed al commercio marittimo. Un imprenditore del tessile, uno figlio della diplomazia anglosassone si sono trovati a parlare con un figlio di agricoltori, diventato personalità del campo marittimo, e si è verificata quella alchimia che è durata per centoventi anni.


Era un bel mattino del luglio 1867 quando un ragazzino appena tredicenne, il terzo di sedici figli di una solida famiglia piemontese di proprietari terrieri, vide per la prima volta il mare. E se ne innamorò.
Si chiamava Emilio Menada, era nato nella casa paterna di Pecetto di Valenza, conosceva i campi coltivati, le risaie, gli Appennini visti dalla pianura e le Alpi ammirate dal camerone del collegio torinese dove aveva studiato negli ultimi sei anni, ma la visione del mare fu per lui un colpo di luce abbagliante, e definitivo.
La sera stessa, raccontava, dopo aver lasciato calmare la confusione in famiglia per il ritorno della sorella Paolina che lui, insieme al nonno, era andato a riprendere da un salutare soggiorno a Voltri, chiese al padre di parlargli e gli annunciò con estrema determinazione la volontà di fare il marinaio.
Nella lunga storia della famiglia, della quale vi erano tracce sin dal XVII secolo, nessuno mai aveva avuto interesse per il mare. La meraviglia in casa Menada fu dunque grande, e non è da escludere un incredulo sorrisetto dei genitori per quella sorprendente fantasia dell’adolescente.
Ma Emilio faceva sul serio. Tanto che proprio l’8 novembre 1868, il giorno in cui compiva quindici anni, il ragazzo lasciò il porto di Genova come mozzo apprendista sul veliero “Invidia”. Senza paga, naturalmente, e anzi fu il padre che dovette sborsare al capitano un mensile di 50 lire per il mantenimento del figlio. Sarebbe ritornato da quel primo viaggio nell’aprile 1871, per reimbarcarsi comunque subito sul “Laigueglia” in rotta per l’Argentina, sebbene questa volta da marinaio a tutti gli effetti. Altri venti mesi per mare, interrotti da un naufragio nel Canale di Bristol. Poi nel 1876 diventa ufficiale e nel 1880 capitano del bastimento a vela “Caterina Mainetto”. Il progresso però incalza, quindi, non senza rimpianti, dopo tre anni di comando decide di lasciare i velieri per entrare nella navigazione a vapore, al servizio della Società di Trasporti Marittimi Raggio & C. appena fondata. Ripartendo dal grado di terzo ufficiale arriverà a essere comandante di piroscafo già nel 1886, e come tale sarà attivo sino al 1894, navigando in tutto il mondo. Lo sbarco, dopo ventisei anni pressoché ininterrotti sul mare, aveva un solido motivo: a terra lo attendeva un ruolo di grande responsabilità, giacché l’armatore Edilio Raggio lo aveva nominato capitano d’armamento dell’intera flotta, e più tardi lo fece direttore generale. Siamo così alla volta del secolo. Emilio Menada, che nel 1901 fu anche tra i fondatori di Confitarma, avrà ancora tanti altri incarichi, con ruoli privati e pubblici di crescente prestigio e sempre occupandosi di affari marittimi. Attivissimo sino alla vigilia della seconda guerra mondiale, morirà infine lucido e sereno a Sestri Levante, ultracentenario, nella sua Villa degli Oleandri con vista sull’amatissimo mare. Era il 1955. Proprio da quel lontano colpo di fulmine di un ragazzino di campagna per la marineria inizia la storia della Coeclerici di oggi.